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Categoria: sviluppo musicale

Nasciamo tutti un po’ musicisti, solo che poi ce lo dimentichiamo… 🎶🤷🏻‍♀️

Sì, hai letto bene, nasciamo tutti in grado di fare musica, ma spesso, crescendo, ce lo dimentichiamo…
Leggi qui sotto che ti spiego meglio questa cosa 😉

Siamo tutti un po’ musicisti quando nasciamo.
Sì, anche tu che magari pensi di essere “negatƏ” per la musica, in realtà sei natƏ in grado di fare musica.
Questo dato di fatto ci è chiarissimo quando osserviamo i bambini:
prima i gorgheggi e poi la lallazione sono dei veri e propri canti, il modo di muoversi sembra più un ballo che altro, e tutti ma proprio tutti reagiscono quando sentono la musica.
E non lo vedo solo io durante Musicantis, ma lo raccontano tutti ma proprio tutti i genitori che incontro la prima volta ai nostri laboratori 🥰

Ma tutti tutti?

Sì, tutti tutti. Adesso ti spiego 🙂

Tutti nasciamo con una attitudine musicale, ovvero con la capacità potenziale di apprendere la musica.
L’attitdine musicale è stata definita proprio così da E. Gordon, che l’ha descritta nella sua MLT (Music Learning Theory).

Quindi:

tutti abbiamo alla nascita una attitudine musicale 👍🏻,

ovvero una capacità che ci può permettere di apprendere la musica, così come nasciamo con la capacità potenziale di imparare a camminare, parlare e tutto quello che poi potremmo imparare, se abbiamo la possibilità per svilupparlo.
Si tratta una possibilità interiore, diversa da quello che possiamo chiamare rendimento, ovvero ciò che siamo in grado di esprimere e dimostrare dopo averlo appreso.
Un esempio di rendimento musicale sono i concerti: chi sta suonando o cantando su un palco sta dimostrando quello che è in grado di fare.
Un bambino che ascolta da sotto il palco, invece, sta stimolando e dando spazio alla sua attitudine musicale, mentre canta sulla canzone o balla.

Devi quindi ricordare che l’attitudine musicale è innata, ce l’abbiamo tutti, anche tu.

Ma ne abbiamo tutti la stessa “quantità”?

No, come per tutte le abilità umane, non tutti nasciamo con la stessa “quantità” di attitudine musicale.
E faccio questo parallelismo con le altre abilità perché abbiamo sempre sotto gli occhi il fatto che ciascuno di noi e ciascun bambino è guidato da interessi diversi e ha talenti (questa è una parola che non mi piace ma che rende l’idea) diversi:
qualche bambino è molto portato ad affinare il movimento, altri non farebbero altro che disegnare, c’è chi ha una passione enorme per l’acqua e il bagnetto e chi invece passa le giornate a cantare e parlare.

Ciascuno di noi ha quindi una diversa quantità di attitudine musica, che è distribuita nella popolazione secondo questa curva:

Si vede molto bene che alcuni (ma molto pochi) ne hanno pochissima. E va bene così.
Però è altrettanto vero che alcuni (molto pochi anche qui) ne hanno tantissima.
Questo significa che la maggior parte delle persone ne ha da “un po’” a “tanta”, e in tutta questa gamma ce n’è a sufficienza per poter fare musica in modo divertente e soddisfacente per tutta la vita, e questa è una bellissima notizia! 😃

Ma allora, perché tanti adulti pensano di non potersi divertire facendo musica?

Eh, qui c’è una bella interferenza da parte di questa cosa che condiziona tutta la nostra vita e si chiama ambiente, in cui cresciamo o viviamo.
L’ambiente, come di sicuro hai sentito dire migliaia di volte in ogni ambito, è fondamentale per favorire o bloccare lo sviluppo di caratteristiche ma anche di idee o progetti.
Questo vale anche per un bambino e il suo rapporto con la musica:
se il bambino cresce in un ambiente ricco e stimolante dal punto di vista musicale, avrà modo di realizzare appieno la sua attitudine musicale 🙂
Viceversa, un ambiente poco stimolante dal punto di vista musicale non permetterà la sua realizzazione 😕

Se poi si trova in un ambiente davvero sfavorevole in cui la musica non ha quasi nessun ruolo, non viene ascoltata nè vissuta come attività interessante, l’attitudine musicale verrà schiacciata e non si realizzerà proprio. Questo bimbo, purtroppo, difficilmente avrà la possibilità di realizzare questo suo potenziale, ed è un gran peccato… 😞

E da grandi si può recuperare qualcosa?

Sì, certo, ma è più difficile.
Un po’ come imparare ad andare in bicicletta: se lo impari da bambino diventa una cosa naturale e ricorderai come si fa anche se non tocchi una bici per anni. Ma se impari da adulto è davvero un apprndimento complicato…

Lo stesso vale per la realizzazione del potenziale musicale.
Si fa anche più avanti, e te lo posso confermare perché ci sono alcuni aspetti della mia musicalità che io ho sviluppato molto dopo il Diploma in Conservatorio, però è più complesso perché la persona inizia ad essere sempre più strutturata e si cristallizza in molti atteggiamenti. Anche a livello emotivo, man mano che la persona cresce, si attivano dei comportamenti che possono essere difficili da cambiare, rendendo quindi più complicata l’espressione anche musicale. L’esempio tipico è la paura di fare figuracce davanti agli altri: da bambini questa preoccupazione non ce l’abbiamo, da grandi invece si manifesta, eccome…

Cosa posso fare allora per aiutare il mio bambino a realizzare il più possibile la sua attitudine musicale

Semplice: fai musica con lui! 🎶😃
Canta, balla, ascoltate canzoni, mimate filastrocche… e tutto quello che ti viene in mente! 😉

Non hai idee? Se puoi vieni a Musicantis, oltre ad imparare tantissimo, vedrai i bambini divertirsi e aspettare con gioia il prossimo incontro, perchè l’ambiente che viene costruito è proprio pensato per favorire al massimo il suo sviluppo globale, insieme a quello musicale 🤗

Non puoi venire a Musicantis perché sedi e orari non sono compatibili con i vostri impegni? C’è il mio ebook da poter acquistare e leggere per imparare a costruire un laboratorio musicale completamente fatto in casa. Potrai quindi proporre attività che educano ma che divertono tutti quanti, regalando alla tua famiglia una vita piena di musica 😉

Oppure puoi contattarmi per qualunque domanda, qui o sui social, così che io possa aiutarvi nella crescita musicale di tutta la famiglia. Trovi tutti i riferimenti qui sotto 👇🏼

Allora ti lascio all’esplorazione dell’attitudine musicale, tua e dei tuoi bambini, perché insieme è più bello! 🎶😃

Noi ci risentiamo al prossimo articolo, a presto! 🤗


Ciascuno impara a modo suo, e lo scopriamo grazie alla musica 😉🎵

… ma tu sai come impara il tuo bambino? Grazie a Musicantis puoi imparare moltissimo sul tuo bimbo

Mentre ieri a Musicantis cantavamo e svolgevamo tutte le nostre attività, osservavo con attenzione i bimbi e, come sempre, mi meravigliavo di quanto fossero diversi i loro modi di “stare” all’interno dell’incontro.
Che, poi, corrispondono al modo di imparare che ciascuno di loro ha.

Ma cosa vuol dire? Ti faccio un esempio

Se curiosi nella nostra sala mentre siamo intenti a cantare, potresti vedere M. fermo immobile a fissarmi, I. che salta ridendo e G. che gattona verso S., per andare ad accarezzarlo.
Contemporaneamente, L. sta guardando fuori dalla finestra mentre D. si fa coccolare tra le braccia della mamma.

Chissà, magari ci puoi riconoscere il tuo bimbo in uno di questi comportamenti…

A me viene sempre in mente quando ho frequentato i laboratori musicali in veste di mamma, insieme a Romeo, il mio bimbo grande.
Romeo correva, correva e ancora correva, io rimanevo insieme al gruppo a seguire tutte le attività, lui invece correva, correva… l’ho scritto che correva?
Sembrava interessato solo al suo movimento ma, dopo qualche incontro, si è seduto vicino a me e ha partecipato attivamente a tutte le proposte, mostrando di conoscerle perfettamente.
Ma come è possibile, dirai, non aveva passato il tempo a correre?
Sì, lui aveva passato i primi incontri a correre, e io ero molto frustrata da questo, perché faticavo a trattenermi dal richiamarlo e riportarlo alle attività che stavamo svolgendo, ma ero già musicoterapeuta e mi mordevo la lingua:
non lo richiamavo perché sapevo che lui stava mettendo in atto il suo stile di apprendimento (da mamme è più difficile non intervenire, non credere che non lo sappia…)

Ma cosa sono gli stili di apprendimento?

Gli stili di apprendimento sono semplicemente i diversi modi in cui apprendiamo, elaboriamo e conserviamo le informazioni attraverso i sensi. E tra i sensi includiamo anche il movimento.

Howard Gardner, che sviluppò la Teoria delle Intelligenze Multiple, capì che i bambini imparano usando una combinazione di tutti i sensi, ma che di solito ogni bimbo ne preferisce uno. Vuol dire che il bambino riesce a entrare in sintonia con un’esperienza e a imparare meglio se usa quel “canale” sensoriale.

Quali sono gli stili di apprendimento?

Gli stili di apprendimento che vediamo in atto durante Musicantis sono fondamentalmente tre:

  • Visuale: imparo attraverso la vista, osservo;
  • Uditivo: imparo attraverso l’udito, ascolto;
  • Cinestesico: imparo facendo e muovendomi.

Ovviamente impariamo anche attraverso il tatto, l’olfattivo e il gusto (i bambini spesso e volentieri hanno bisogno di “assaggiare” il mondo per conoscerlo), ma durante Musicantis sono meno evidenti.
Ti lascio qualche esempio per poter capire qual è il canale che il tuo bimbo preferisce.
Se partecipi a Musicantis puoi vederlo chiaramente durante le attività musicali, ma con un po’ di osservazione puoi capirlo anche durante le vostre attività quotidiane.

Bambino che usa la modalità visiva, ovvero che impara meglio se osserva attentamente

Cosa fa il bimbo durante Musicantis:
fissa la bocca dei genitori o dell’insegnante durante il canto
segue con la testa o con il corpo il movimento che viene proposto, senza smettere di osservarlo
guarda gli altri bambini e magari si avvicina a loro per vedere meglio cosa fanno

🤔 Sembrerebbe:
non partecipativo, non coinvolto, non interessato ad interagire.

Come supportare il suo apprendimento:
muoviti in modo ritmico mentre canti, assecondando con il movimento lo stile del brano
mostra chiaramente i movimenti di tutto il corpo
esagera le espressioni facciali mentre canti
Lasciati guardare e sii il suo esempio da osservare

Evita di:
cercare di coinvolgerlo nel canto o nel movimento, l’unico risultato che potresti ottenere è quello di interrompere la sua concentrazione e ostacolare il suo apprendimento.

Bambino che usa la modalità uditiva, ovvero che impara meglio se ascolta attentamente

Cosa fa il bimbo durante Musicantis:
si guarda intorno, sembra interessato ad osservare altro rispetto all’attività
Potrebbe cantare e giocare con la voce, godendosi il suono che sente uscire.
Fuori dall’incontro, il bambino potrebbe dire al genitore: “Non cantare!” mentre sta ascoltando una musica registrata, perché si sente confuso se sente due voci che cantano contemporaneamente.

🤔 Sembrerebbe:
distratto, disinteressato all’attività musicale, timido.

Come supportare il suo apprendimento:
ripeti piccole sequenze di note vicino a un orecchio e poi all’altro
fai in modo che il beat sia sempre ben udibile quando lavori ritmicamente
fai pause lunghe e ben definite quando canti.

Evita di:
insistere per coinvolgerlo, cercare il contatto visivo o chiedergli di suonare e muoversi quando lo vedi assorto: sta ascoltando profondamente, non devi disturbarlo ma devi lasciarlo ascoltare.

Bambino che usa la modalità cinestesica, ovvero che impara meglio se si muove con tutto il corpo

Cosa fa il bimbo durante Musicantis:
si muove per tutta la stanza per la maggior parte del tempo
Sta spesso in piedi, salta, oppure si fa cullare e chiede al genitore di muoversi con lui, indipendentemente da quello che fanno gli altri
In altri casi, potrebbe invece allontanare il genitore e non volerlo vicino.

🤔 Sembrerebbe:
fuori focus, turbolento, un po’ disturbatore o troppo attivo per partecipare a Musicantis.

Come supportare il suo apprendimento:
finché è al sicuro, lascia che il tuo bambino sia libero di sperimentare e rispondere alla musica con tutto il suo corpo
Crea opportunità di movimento e fagli ascoltare spesso le musiche, in modo che prenda confidenza con il materiale musicale e possa poi attuare altri stili di apprendimento (lo farà solo quando avrà abbastanza familiarità con le canzoni).

Evita di:
chiedere al bimbo di stare seduto o fermo, lui sta ascoltando ma ha bisogno di farlo attraverso il movimento.
Se sta fermo, deve usare le sue energie per frenare il corpo, e non ascolterà.

Tornando a Romeo, quindi, possiamo dire che lui è un bambino cinestesico (lo è tuttora che sono passati molti anni), ma dobbiamo tenere presente una cosa: come dice Gardner, i bambini non sono monosensoriali.
Hanno bisogno di una dieta sensoriale equilibrata.

Ecco perché a Musicantis le attività sono pensate per offrire opportunità di apprendimento multisensoriale, dando quindi stimoli visivi, uditivi e cinestesici.
In questo modo il tuo bambino viene coinvolto in attività che sostengono il suo stile di apprendimento, ma può vivere un’esperienza sensoriale completa, e tutto questo insieme a te!
In più, il fatto di avere a disposizione le canzoni da ascoltare quando e come volete, permette al tuo bimbo di prendere confidenza con il materiale musicale e di sperimentarlo anche attraverso altri sensi e altre modalità non appena sarà pronto, portando quindi ad una stimolazione più profonda.

Per me, capire come Romeo impara, è stato un momento importante, perché mi ha permesso di conoscerlo più a fondo e mi permette di aiutarlo ancora di più, soprattutto adesso che va a scuola.
Capire la sua modalità di apprendimento mi ha permesso di godermi di più molti momenti insieme a lui, momenti che altrimenti sarebbero stati più faticosi e frustranti per me e per lui, e ha fatto sì che non diventassi una madre “stressante” che chiedeva qualcosa che per lui era troppo difficile da gestire. E non sto parlando solo del laboratorio musicale al quale partecipavamo insieme, ma anche di tutte le altre occasioni di vita: feste, gite, impegni e anche la scuola!

Quello che puoi imparare sul tuo bimbo quando siete a Musicantis diventa quindi un aiuto nella quotidianità di genitore, facendo diventare tante situazioni più semplici e rilassate, ma anche più divertenti, sia ora che il bimbo è piccolo sia quando crescerà.
Inizi con me questo bellissimo viaggio che ti farà conoscere meglio il tuo bambino?

Lara è stata male, per fortuna aveva imparato le mie canzoni. Online. 🎵📱

Corsi di musica online per bambini molto piccoli: è lecito domandarsi se ne valga la pena, è doveroso porsi il problema dell’esposizione allo schermo.
Ma Lara ha seguito un mio incontro davanti ad uno schermo, e la musica di quel momento è stata vitale in giorni difficili. Ti racconto la nostra (dis)avventura…

Ci risiamo.
Arriva il raffreddore e, dopo un giorno, il respiro si fa corto e pericoloso. Le medicine non fanno effetto, sono le quattro del mattino e saltiamo in auto diretti all’ospedale, insieme all’attacco d’asma. E’ un ospedale piccolo, di provincia, identico a quello del paese dove sono cresciuta e in cui mio papà ha lavorato per tanti anni. Uno di quei casermoni figli del boom economico, che ti dà la sensazione di tornare indietro di cinquant’anni.

La finestra è grande e un po’ sghemba, il bagno è in fondo al corridoio, non c’è condizionatore e nessuna traccia di tv in camera. Forse c’è nella sala giochi del reparto di pediatria in cui ci hanno ricoverato, ma è tempo di pandemia e quella stanza è chiusa.
Il primo giorno se ne va tra sonnellini agitati e lotte per farle indossare la mascherina per l’ossigeno, poi la domanda si scrive chiara nella mia mente: come faccio a trascorrere intere giornate chiusa in una stanza con una bambina di due anni, senza che entrambe diventiamo pazze?

Puzzle, costruzioni, libri: mi faccio portare di tutto, ma quello che sto per usare di più ce l’ho già con me. Sono la musica e le canzoni che non sono solo il mio lavoro, sono parte della mia vita e della mia persona.
Ho anche acceso il pc, non lo nego, anche la Paw Patrol mi ha dato una mano, però ho soprattutto cantato cantato e cantato.

Ma che cosa ho cantato così tanto?

Le canzoni che lei ha ascoltato seguendo un mio laboratorio ONLINE.

Un paio di giorni prima della corsa in ospedale, ho tenuto un incontro online a tema Halloween. Ho raccontato la fiaba Il Pipistrello Brighello tratta dal sito www.fabulinis.com, intervallata da tante attività musicali che di solito propongo ai miei laboratori Musicantis. Anche i miei bambini hanno partecipato, insieme al papà mi hanno seguito dal salotto mentre io ero collegata da un altro punto della casa.

A cena, nessuno ha commentato in modo particolare (i bambini erano troppo concentrati sulla zucca che brillava sul terrazzo) e sembrava che in loro non fosse rimasto un segno evidente di quanto fatto.
Io non mi sono posta il problema, nemmeno dal vivo basto un solo incontro per comprendere l’interesse musicale del bambino o la sua modalità di partecipazione, figuriamoci online… e bisogna tenere conto del fatto che noi viviamo in un laboratorio musicale perpetuo: ogni giorno nascono canzoni, qualunque attività ha una colonna sonora e i miei figli tra un po’ cantano anche nel sonno…

Ma nei giorni di ospedale ho avuto di nuovo la conferma dell’efficacia dell’incontro online al quale hanno partecipato, anche se è stato uno solo:
le canzoni che Lara mi ha chiesto di cantare di più in assoluto erano proprio quelle ascoltate e ballate durante la fiaba online, e addirittura ricordava tutti i movimenti associati alla filastrocca (faccio presente che Lara ha solo due anni…).

Ritornando alla nostra stanza di ospedale, ecco che a suon di Gnomi e Folletti che ballano, il castello di Brighello e I gufetti che fanno uhh, le nostre ore se ne vanno e i giorni di ospedale passano, finchè si trasformano in un ricordo.
Grazie a queste canzoni, le nostre ore diventano più leggere e la sera arriva, trovandoci stanche e sfinite ma sufficiente serene da riuscire a riposare e affrontare il cammino che ci riporterà a casa.

Queste canzoni, poi, non ci hanno abbandonato, anzi: sono ancora parte delle nostre giornate, vengono richieste, cantate e ballate perchè sono diventate parte di un momento che ha segnato la nostra vita ma è stato superato.

E Lara le ha imparate online.

Ecco che di nuovo vivo sulla mia pelle la forza del mio lavoro: le musiche e le canzoni sono strumenti potentissimi, possono rendere sopportabile anche una stanza di ospedale dalla quale si può uscire solo per stretta necessità.
Poco conta se sono state apprese in una sala dove un gruppo di famiglie canta felice in coro o dal salotto di casa durante un incontro online. Certo, essere in sala tutti insieme a cantare è un’esperienza fantastica, ma la cosa che più conta è ciò che ne facciamo noi genitori di tutta questa musica, una volta usciti dalla sala di musica o disconnesso lo smartphone.

Possiamo pensare che l’attività musicale sia una parentesi di semplice divertimento, oppure possiamo provare a coltivarla nelle nostre case, facendola diventare una piccola àncora per i momenti complessi e un moltiplicatore di felicità per quelli gioiosi. Possiamo aver imparato queste cose live, oppure dietro ad uno schermo, ma la cosa più importante è quello che le faremo diventare.

Io e Lara finalmente torniamo a casa, provate da quasi una settimana di ospedale, felici di essere di nuovo pronte ad affrontare il mondo e con tanta musica che ci unisce e ci coccola più di prima.
Gliel’ho insegnata online, ma poi gliel’ho fatta vivere non come musicoterapista ma come mamma, ed è questo il passaggio più importante.


Vuoi scoprire come partecipare ai laboratori Musicantis online? Si svolgono su Zoom, ecco qui tutte le informazioni.Se invece preferisci il videocorso, puoi scoprire Musicantis Play!

Fare musica con i bambini

Piccolo manuale per progettare un laboratorio musicale per bambini

Ho scritto un breve manuale su come creare, gestire e fare un mini laboratorio di divertimento musicale in casa o all’asilo!

Questo piccolo manuale ti guida nel creare un ambiente musicalmente ricco e quali sono i passi per costruire un mini laboratorio musicale fai da te, spiegandoti quali sono le stimolazioni che non possono mancare e come rispettare i bambini nel loro percorso di apprendimento.


I laboratori Musicantis si svolgono presso le sedi di:

Massagno – Lugano

Presso New Style Dance, via Foletti 2,
Massagno – Lugano

📆 il martedì e mercoledì mattina

Per prenotare la tua prova gratuita dei laboratori Musicantis, puoi contattami al seguente numero:

+41.76.2216510Silvia Maioni - Hoplalay.com

Silvia Maioni

Io sono Silvia, musicoterapeuta con Master conseguito presso l’HMI di Bellinzona e insegnante di musica con più di vent’anni di esperienza, e vi aspetto per vivere insieme a voi questo percorso!


oppure scrivi una mail a:

info@hoplalay.com
Laboratorio GiocaMusica, Silvia che mostra la chitarra ai bambini e li fa giocare

Come impara a cantare un bambino? Grazie ai genitori! 🎼

I bambini piccolissimi sanno già cantare, sta a noi aiutarli a sviluppare questa capacità nel corso del tempo 🙂

Una mattina mentre “chiacchieravo” amabilmente con la mia bimba, che all’epoca aveva solo sei mesi, e dicevo cose tipo “ba-ba-ba” o “ma-ma-ma”, ho scoperto che in uno dei suoi gioiosi acuti stava in realtà cantando la nota SOL, e in modo anche ben intonato.

Per scoprirlo mi sono aiutata cercando la nota corrispondente con la chitarra, fino a sentire che i due suoni, quello della voce e quello dello strumento, combaciavano. Allora mi sono fermata e ho aspettato, magari era stata solo una fantastica coincidenza.
E invece la mia bimba continuava a “cantare” note ben intonate.

Come mamma ero molto emozionata, come musicoterapeuta e insegnante di musica con più di 20 anni di esperienza, sapevo bene che dietro tutto questo c’è un meccanismo ben preciso che si sviluppa nel nostro cervello. E’ il processo che permette ai bambini di sviluppare la capacità di cantare fin da quando sono bebè, e di poter migliorare costantemente man mano che crescono.

La mia piccolina stava esercitando quella che si chiama lallazione [1], ossia la fase dello sviluppo linguistico in cui i bambini iniziano a ripetere sillabe. In pratica sono i versi e i vocalizzi che fanno i bebè a partire più o meno dal quinto mese di vita, che suscitano tanta gioia e tanta tenerezza. Quella della lallazione è una fase importantissima, perché è il punto di partenza per sviluppare il linguaggio e quindi la comunicazione con chi ci sta intorno. Tutti i genitori istintivamente rispondono a questo balbettio, perché sanno inconsciamente che è il modo con cui il piccolo tenta di parlare e comunicare, e si preoccupano se la lallazione ritarda o non compare perché potrebbe essere il segnale di qualche difficoltà…

Ma c’è di più: spesso e volentieri il bambino non sta imitando gli adulti che gli parlano, ma sta proprio cantando!
Se ci fai caso, i suoi gorgheggi somigliano molto più a cantilene e vocalizzi cantati che non a suoni parlati. Questi momenti sono quindi fondamentali e preziosi per aiutare il tuo bambino a mantenere intatta la sua potenzialità di imparare a cantare.

Ma qual è il segreto per mantenere e far sviluppare questa potenzialità?
Bhè, la verità è che siamo noi genitori, il nostro ruolo è fondamentale per sviluppare la sua capacità di cantare, e ora ti racconto come fare.
Ma, per arrivare a spiegarti come un bimbo impara a cantare, prima partirò da come un bimbo impara a parlare, così capirai meglio come funziona, visto che questo passaggio della vita del bambino ti può essere già più familiare.

Come impara a parlare un bambino?

Non succede subito ma un po’ alla volta, ed è un processo di tentativi, sbagli, correzioni, ritentativi, risbagli e ricorrezioni che si ripetono più e più volte al giorno, tutti i giorni, per interi ANNI della nostra vita. Ecco come succede.

Tu genitore (ma potrebbe essere un nonno, la zia o la babysitter) parli al bimbo, a volte in modo normale e a volte in modo giocoso e surreale,  spesso usando quella parlata così particolare che viene chiamata mammanese, e il tuo bambino gioca a risponderti con la sua voce e con i suoni che riesce ad emettere [2].
Inaspettatamente ad un certo punto il piccolo riesce a produrre un suono che somiglia a qualcosa che tu riconosci: una semplice sillaba. Può essere un qualsiasi “ma”, un “ba”, un “be”, questo non è importante, ma tu che sei lì con lui, subito mostri gioia per aver sentito questo suono, lo festeggi dicendogli “bravo!” e battendo le mani o saltando. Poi gli rispondi con lo stesso suono oppure con uno un po’ diverso, per incentivarlo a pronunciare altre sillabe.
Te lo posso dire per esperienza personale: quando entrambi i miei bambini, durante i loro giochi di voce, se ne uscivano con un bel “ma-ma”, mi vedevano saltare di gioia e correre da loro indicando la mia persona e ripetendo lentamente la parola “mam-ma”. Credo che tu mi possa capire bene! Questo si chiama incoraggiamento, e tutti noi sappiamo come un incoraggiamento, sincero e dato al momento giusto, riesca a motivarci per raggiungere con più decisione e determinazione un obiettivo.

Rinforzo e supporto

Grazie alla tua reazione positiva e incoraggiante, il bambino impara che quel suono lo può aiutare a comunicare con te, perciò piano piano cercherà di riprodurlo in modo volontario e sempre più preciso. Un po’ alla volta questi suoni diventeranno due, tre, dieci, cento e lui sarà sempre più abile ad usarli per dirti cosa vuole o di cosa ha bisogno. Fino a saper parlare.

E’ quindi il tuo feedback e la tua risposta positiva che lo sprona ad esercitarsi e a cercare modi sempre più raffinati di usare la sua voce.
Il bambino capisce che la voce è un potente strumento di comunicazione col mondo che lo circonda e in cui è “immerso”. Ed è questa continua “immersione” in un ambiente dove tutti parlano continuamente che gli permette di imparare, sbagliando e correggendosi, dalla mattina alla sera, ogni giorno.

E per il canto, come funziona?

Per il canto il meccanismo di apprendimento funziona nello stesso identico modo, ovvero:
il bambino emette un suono, tu dimostri felicità per quello che hai sentito e gli rispondi continuando a cantare e supportando questo duetto pieno di gioia e di divertimento. Il bambino sente che, cantando, può instaurare una comunicazione importante e positiva con te e continua a farlo, sbagliando e correggendosi, dalla mattina alla sera, ogni giorno, fino a quando saprà cantare.

Purtroppo per lui, però, la risposta cantata rispetto a quella parlata, si trova ad avere due forti svantaggi iniziali:

  1. le persone cantano molto meno di quanto parlano. Perciò i bambini hanno meno occasioni di ascoltare gli adulti vicini a loro esprimersi (e divertirsi) attraverso il canto e la canzone.
  2. normalmente i tentativi che un bimbo fa di cantare, NON vengono riconosciuti e quindi NON vengono adeguatamente supportati con la giusta ricompensa di rinforzo e supporto. Non ricevendo l’incoraggiamento necessario, che invece riceve costantemente per il linguaggio parlato, il bambino finisce per esercitare di meno la sua innata capacità di cantare, e lo sviluppo delle sue potenzialità canore e musicali subiscono un inevitabile ritardo, se non un arresto…

E se non c’è incoraggiamento…?

Quando tu cerchi, con moltissimo sforzo, di imparare a fare qualcosa (un hobby, uno sport, qualunque esempio potrebbe andare bene) ma nessuno ti dà retta, ti incoraggia e ogni tanto ti dice bravo, o peggio ti dicono che non sei capace o che non ce la farai mai, che cosa succede alla fine? Succede che, a meno di avere una determinazione e motivazione molto forte, smetti di provarci.

Vale lo stesso per il tuo bambino che cerca di cantare: se non gli rispondi con la stessa modalità e non lo incoraggi, lui smetterà di provare a farlo. Anzi di più: c’è il rischio che dimentichi anche ciò che sa fare e che la sua potenzialità musicale innata diminuisca.
Ed è un peccato, anche perché è qualcosa di cui ci si può accorgere solo nel lungo periodo e quando ormai è tardi per recuperare alcune abilità, se non sono state sviluppate prima.

Come puoi fare per aiutare il tuo bambino a sviluppare la sua innata capacità di cantare?

Ecco qualche esempio pratico:

Ci sono molte cose che si possono fare per stimolare la musicalità del bambino molto piccolo e la sua voglia di cantare.

  • Quando il tuo bimbo si eserecita nella lallazione, puoi provare a rispondergli con la sillaba cantata invece che con la sillaba semplicemente parlata. L’ideale sarebbe riuscire a cantare la sillaba così come l’ha intonata il bambino. Ma anche se non è intonata allo stesso identico modo, non importa (di solito le note emesse dai bambini sono molto acute e difficili da cantare per un adulto), l’importante è cantargli una nota cercando di rispondere usando la voce cantata.
  • Puoi imitare i suoi gorgheggi, con le loro salite e discese. Dopo averlo imitato, puoi provare a proporre tu un piccolo gioco di voce e vedere come risponde il piccolo. Se ti guarda intensamente, significa che hai catturato la sua attenzione e se ti farà capire che vuole ascoltarne ancora, vuol dire che hai davvero indovinato che aveva voglia di cantare con te
  • Se rimani sulla stessa nota, puoi provare a cambiare sillaba: un “ma” che diventa un “be” può aprire un mondo sonoro e cantato tutto da esplorare per il bambino, chissà dove vi può portare…

Facendo tutte queste attività, ho scoperto che la mia bimba riusciva a cantare su alcune triadi, cioè accordi di tre note, maggiori già da piccolissima. Lei sorrideva e continuava a cantarne se io la imitavo e le rispondevo, si fermava quando era stanca o voleva cambiare gioco.

Tu non sei tenuto a sapere cosa e come canti esattamente il tuo bimbo, non ti serve sapere il termine tecnico o il nome della nota, l’unica cosa che non devi mai dimenticare è che sei tu genitore a creare l’ambiente in cui il piccolo crescerà e che sei tu a porre le basi di ciò che lui riterrà importante e di valore quando sarà grande. E questo comprende anche la libertà di raccontarsi attraverso il canto.

Il tuo bambino copia letteralmente tutto quello che tu fai perchè sei il primo e più importante esempio da seguire per lui [3], perciò non ti deve sorprendere che, se ti sente cantare, cercherà in tutti i modi di farlo anche lui.
E, come per il linguaggio parlato, un bel giorno lo sentirai nella sua cameretta che canta una canzoncina inventata da lui per raccontare quello che ha vissuto durante la giornata: non sto scherzando, mi succede quasi tutti i giorni con il mio bambino grande!

Perciò divertiti a duettare con il tuo bimbo, anche se è un bebè, perchè non è mai troppo presto per questa attività e, in ogni caso, non stai facendo un gioco come un altro ma gli stai letteralmente insegnando quanto è bello cantare!

Note:

[1] Se vuoi saperne di più sulla lallazione, prova a leggere l’articolo a questo link, io l’ho trovato semplice e chiaro. https://www.mammalogopedista.it/wordpress/la-lallazione/ [2] La voce è il primo gioco del bambino, come dice Laura Pigozzi nel suo libro “A nuda voce” (lo puoi trovare in vendita su Amazon). E’ un libro che parla della voce e di tutte le sue profonde implicazioni nello sviluppo della persona, te lo consiglio se vuoi saperne di più su cosa rappresenti la voce per l’essere umano. [3] Che i bambini copino gli adulti e i loro pari, lo sappiamo tutti. Ma se vuoi scoprire il vero perché, ti consiglio il libro che si intitola “So quel che fai” di G.Rizzolatti e C.Sinigaglia. In quest’opera spiegano come funzionano i neuroni specchio, ovvero quel gruppo di cellule del cervello (i neuroni appunto) che ci permettono di imitare il comportamento dei nostri simili. Questo è il link per poteterlo prendere su Amazon, è una lettura davvero interessante!


Fare musica con i bambini

Piccolo manuale per progettare un laboratorio musicale per bambini

Ho scritto un breve manuale su come creare, gestire e fare un mini laboratorio di divertimento musicale in casa o all’asilo!

Questo piccolo manuale ti guida nel creare un ambiente musicalmente ricco e quali sono i passi per costruire un mini laboratorio musicale fai da te, spiegandoti quali sono le stimolazioni che non possono mancare e come rispettare i bambini nel loro percorso di apprendimento.


I laboratori Musicantis si svolgono presso le sedi di:

Massagno – Lugano

Presso New Style Dance, via Foletti 2,
Massagno – Lugano

📆 il martedì e mercoledì mattina

Per prenotare la tua prova gratuita dei laboratori Musicantis, puoi contattami al seguente numero:

+41.76.2216510Silvia Maioni - Hoplalay.com

Silvia Maioni

Io sono Silvia, musicoterapeuta con Master conseguito presso l’HMI di Bellinzona e insegnante di musica con più di vent’anni di esperienza, e vi aspetto per vivere insieme a voi questo percorso!


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Laboratorio GiocaMusica, Silvia che mostra la chitarra ai bambini e li fa giocare