Hoplalay

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Categoria: Diario

Strumenti musicali: idee interessanti da avere in casa 💡😉

“Silvia, che strumenti musicali potrei proporre in casa al mio bambino?” è una domanda che arriva spesso 🤔

Ecco allora alcune idee interessanti, per giocare in musica con intelligenza (e con strumenti/giochi che suonano per davvero) 😉

Arriva il compleanno, Natale, o semplicemente qualcuno che per fare un regalo al piccolo di casa porta una… chitarra/violino/batteria giocattolo, di quelle che sono super colorate ma non emettono un suono che si possa definire tale.
“Aiuto!” è sempre stato il mio pensiero (di fronte ai giocattoli sonori in generale, eh).
Questa pagina allora fa per te, se vuoi avere in casa piccoli strumenti musicali che però possono essere suonati con soddisfazione anche da bambini molto piccoli. Ma anche se vuoi qualche giocattolo musicale che però si faccia ascoltare volentieri, perché per fortuna ne esistono!
Ecco qui alcune idee che possono portare molta ricchezza musicale in casa, da suonare tutti insieme o con cui giocare un’infinità di volte!

Kalimba: magia dall’Africa per mille melodie


La kalimba è uno strumento stupendo, si suona semplicemente premendo le listelle di metallo attaccate alla cassa armonica.
Può essere di tante taglie, quella piccola è super carina perché portatile (quindi ci sta nella borsa quando si esce di casa con mille cose) e i bambini piccoli riescono a maneggiarla facilmente.
Ti lascio qui due esempi, una più grande comoda da usare appoggiata su un tavolino e una piccolina, da poter avere sempre in tasca:

Octoblock: percussione ma quasi intonata


L’octoblock non è un semplice legnetto da colpire con il bastoncino apposito, è una serie di listelle di legno che suonano diversamente, perché di misura diversa. Sono incollate insieme a formare una sorta di ciotola che, quando si passa il bastoncino seguendo il bordo interno con movimenti circolari, crea una sorta di vortice sonoro. E’ bellissimo da sperimentare, non è il solito “tum tum” e si presta a tante variazioni di utilizzo. Ne puoi trovare un esempio qui:

Tamburo marino: suono rilassante, come se fossimo al mare


Questo è uno dei miei tamburi preferiti: se lo si fa oscillare, tutte le palline al suo interno si muovono e creano il suono magico delle onde del mare. E’ super rilassante, ma anche suggestivo, perché davvero il suo suono richiama immagini e sensazioni del mare.
Ne puoi trovare un esempio qui:

Campane musicali


Le campane musicali sono coloratissime e riescono a fare una cosa musicalmente importante: introdurre ai bambini il concetto di scala musicale e delle relazioni tra i diversi suono che la formano. Secondo me sono adatte dai 3 anni in su, ma di sicuro non vengono disdegnate anche dai più piccoli per i colori, il suono “campanelloso” e l’invito ad essere ipugnate e suonate.
Eccole qui:

Ukulele


Tra i bambini che vengono a Musicantis, ce ne sono tanti che chiedono un ukulele.
“Eh, ma non sono piccoli?” mi dirai. Certo ti rispondo, ma a quest’età non devono saper suonare un ukulele, piuttosto devono avere la possibilità di averlo a disposizione, come succede con fogli e matite colorate. Poterlo esplorare, abbracciare, usare in modo inusuale (mio figlio all’inizio lo usava come gradino…). Gli darà la possibilità di crescere sapendo che uno strumento musicale è un oggetto di uso comune, che fa parte della vita. E, una volta cresciuto, lo suonerà più volentieri.
Ecco qui quello dei miei bambini:

Strumenti Baby Einstein: l’unico giocattolo musicale che ti propongo


Questi sono puri giocattoli, ma sono fatti bene. Significa che: il suono emesso non è distorto e si ascolta con piacere, l’interazione con il giocattolo è semplice, c’è la possibilità di farsi guidare da una melodia ma anche la possibilità di produrre suoni e scegliere cosa suonare. Noi a casa abbiamo il pianoforte e i miei bambini da piccoli ci hanno giocato davvero tanto.
Vi lascio qui tre diversi strumenti:


Che ne dici di queste idee? Sono tutti strumenti veri, che possono essere maneggiati dai bambini ma che possono anche produrre melodie e ritmi con suoni piacevoli da ascoltare.
Io li trovo tutti stimolanti e interessanti da avere in casa 👍🏻
Quali sceglieresti?

E’ il momento di salutarci, nel frattempo però ti invito a seguirmi perché tra un po’ uscirà il libro 101 attività musicali da giocare con bambini da 0 a 6 anni, e lì troverai una miniera di consigli e giochi musicali, che favoriranno la crescita del tuo bimbo da ogni punto di vista.

Oppure, se sei impaziente di sapere come creare dei momenti musicali in casa, c’è il mio ebook, lo trovi al link qui sotto!

Fammi sapere nei commenti se queste idee ti sono state utili,
noi ci risentiamo al prossimo articolo, a presto!
Silvia 🤗🎶

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Come e perché è nato Musicantis? 🎶

Oggi ti racconto questa storia, che parte da lontano. E’ proprio un viaggio e, come ogni viaggio, è iniziato perché cercavo delle risposte. Le ho trovate? Sì, e alla fine scoprirai dove.
Ecco quindi come e perchè sono arrivata a Musicantis 🥰🎶

Partiamo dall’inizio:
io non ho sempre sognato di fare la musicista, anzi, lo studio della musica è arrivato piuttosto tardi nella mia vita, avevo già 12 anni…
Ma le strade di cui si è composta la mia vita l’hanno fatta diventare il mio mestiere, anche a livello molto alto!

Ecco che è esistito un tempo in cui per me la musica significava quasi solo una cosa: performance.
In quel tempo, i brani non ammettevano sbavature, le ore di studio venivano incastrate in qualunque momento, i sabati e le domeniche erano fatti di chilometri per raggiungere la sede del concerto e per rientrare in vista delle ore di insegnamento.
Gli allievi erano preparatissimi e con tantissimo lavoro e fatica (anche se mi adoravano tutti, eh) superavano esami e vincevano concorsi.
E ne valeva la pena, ero felice.

Fino al giorno in cui non lo sono stata più. Non mi divertivo più e tutto stava perdendo senso 🙁

Non appartenevo più a quel mondo e ho iniziato a cercare la risposta a delle domande che giravano in testa:
è solo questo la musica? non ci posso fare qualcosa di meglio, visto che non ho intenzione di vivere di altro❓

Ma ti occupavi di musica: com’è possibile che abbia perso senso?

Bè sì, è possibile, ma in fondo può accadere a chiunque in qualunque ambito: per qualcuno resta il modo di videre desiderato, per altri no.
E per me era diventato un NO gigantesco.
Semplicemente, non appartenevo più a quel mondo e non condividevo più le modalità in cui si era strutturata la mia vita. Era diventata una corsa contro il tempo e contro me stessa, e spesso perdevo la voglia e la gioia di suonare.
Magari è successo anche a te che leggi, nel tuo campo di lavoro. Perché, alla fine, qualunque sia il lavoro che facciamo, siamo esseri umani e il senso che hanno le cose è diverso per tutti noi.

E cos’hai fatto allora?

Ho fatto quello che fa chi vuole cambiare qualcosa: ho cercato delle risposte a delle domande.
Per me era semplice iniziare, perché non ho dovuto cercare le domande da pormi (di solito è questa la parte davvero difficile: trovare le domande giuste…) ma queste mi giravano già in testa e suonavano più o meno così:
è solo questo la musica? non ci posso fare qualcosa di meglio, visto che non ho intenzione di vivere di altro?

E cercando cercando, si sono aperte le strade (perché, quando si cerca una risposta, prima o poi la si trova) che hanno portato alla musicoterapia, la meraviglia di usare la musica come mezzo di comunicazione e di relazione profonda ❤️🎵

Caspita, una bella svolta…

Sì, praticamente una rivoluzione, infatti il percorso è stato lungo e ha fatto molti più giri del previsto.

E’ iniziato con lo studio del Metodo Tomatis, è continuato con l’Ear Training fatto in modo profondo e attivo, è continuato con il Master in musicoterapia e, alla fine, dopo molte domande sul mio senso del fare musica, ha trovato una direzione precisa.

Eh sì, perché, tra tutti questi studi e formazioni ci sono stati degli incontri con persone che hanno aperto punti di vista e approcci per me sconosciuti, ed è nata la voglia di far parte della squadra di professionisti che portano tanta musica nella prima infanzia, perché certo: non sono mica l’unica! (per fortuna)

Ma ancora Musicantis non era nato…

No, mancava ancora un pezzetto:
dovevo capire quale approccio fosse adatto a me e non ne trovavo di soddisfacenti.
Perciò, provando e sperimentando, sbagliando e cambiando, alla fine è nata la struttura degli incontri e del programma. Insomma, è nato Musicantis 🤩

E poi è iniziato tutto il lavoro per renderlo concreto questo programma, perché ogni modulo prevede la preparazione di una serie di canzoni, da far avere alle famiglie sotto forma di audio e di libro.
Perciò vai con: scelta di repertorio, arrangiamenti, registrazione, editing, stampa e annessi e connessi!

Infine, eccoci qui, con un’idea che dalla mia testa sta entrando in tante case e famiglie, che hanno adesso la possibilità di vivere momenti significativi insieme e soprattutto di portarli nelle loro case e continuare a ri-viverli 🥰

Che lavoro! Ma perché?

Sì, è un lavoro mastodontico, che per molto tempo ci ha fagocitati.
A tratti è anche faticoso, perché la creatività non è qualcosa che va a comando e a volte si inciampa su problemi tecnici che hanno bisogno di tempo per essere risolti.

Ma è un lavoro che genera bellezza.
E questa bellezza esplode sempre in un posto speciale:
gli occhi dei bambini che incontro ogni settimana.
I loro occhi brillano, si meravigliano, ridono e, a volte, si commuovono. Vedo in questi occhi la felicità di essere lì con la musica, mentre la vivono insieme ai grandi a cui vogliono bene ❤️

Allora è per questo che è nato Musicantis?

Sì, è quella luce che muove tutto.
Posso aggiungere mille altre ragioni, ovvero che Musicantis è nato perché credo in quello che faccio, perché la musica è la mia passione, perché penso che sia uno strumento potente per sostenere la crescita dei bambini.
Sono tutte cose vere, ma non bastano.

Il vero motivo per cui esiste Musicantis sono gli occhi pieni di luce che vedo, le mani che si muovono mentre seguono la musica, i piedi che non resistono e iniziano a ballare.
Il vero motivo sono i bambini che a casa chiedono un ukulele per “giocare a fare Silvia”, le mamme che mi raccontano “era in crisi stanotte e le nostre canzoni lo hanno calmato”, le famiglie intere che cantano “Buongiorno a tutti” quando si svegliano al mattino.

E quindi eccoci qui, a continuare a diffondere magia e bellezza, a sperare di raggiungere più famiglie possibile per far sì che tutte possano sperimentare la meraviglia del fare musica con i bambini, anche piccolissimi. Perché non è mai troppo presto per questo, anzi!

Questo viaggio non è mica finito: mi sa che è appena iniziato e i tesori che riserva sono innumerevoli, come sono innumerevoli i momenti in cui la meraviglia e la bellezza avvolgono i bambini e i loro grandi, grazie a quello che iniseme possiamo creare in musica.
E sono felice di far parte di molti di questi momenti, non so spiegare quanto ❤️

Se vuoi portare anche tu questa magia nella tua famiglia, puoi controllare quali sono le sedi e gli orari in cui si svolge Musicantis e scegliere quello che preferisci.

Non puoi venire a Musicantis perché sedi e orari non sono compatibili con i vostri impegni o con la distanza? C’è il mio ebook da poter acquistare e leggere per imparare a costruire un laboratorio musicale completamente fatto in casa. Potrai quindi proporre attività che educano ma che divertono tutti quanti, regalando alla tua famiglia una vita piena di musica 😉

Oppure puoi contattarmi per qualunque domanda, qui o sui social, così che io possa aiutarvi nella crescita musicale di tutta la famiglia. Trovi tutti i riferimenti qui sotto 👇🏼

Oggi ti saluto con nel cuore, negli occhi e nelle orecchie la magia che nasce ad ogni incontro di Musicantis 🎶❤️

E ti aspetto al prossimo articolo 🤗

Con tanta musica,
Silvia 🎶❤️


Nasciamo tutti un po’ musicisti, solo che poi ce lo dimentichiamo… 🎶🤷🏻‍♀️

Sì, hai letto bene, nasciamo tutti in grado di fare musica, ma spesso, crescendo, ce lo dimentichiamo…
Leggi qui sotto che ti spiego meglio questa cosa 😉

Siamo tutti un po’ musicisti quando nasciamo.
Sì, anche tu che magari pensi di essere “negatƏ” per la musica, in realtà sei natƏ in grado di fare musica.
Questo dato di fatto ci è chiarissimo quando osserviamo i bambini:
prima i gorgheggi e poi la lallazione sono dei veri e propri canti, il modo di muoversi sembra più un ballo che altro, e tutti ma proprio tutti reagiscono quando sentono la musica.
E non lo vedo solo io durante Musicantis, ma lo raccontano tutti ma proprio tutti i genitori che incontro la prima volta ai nostri laboratori 🥰

Ma tutti tutti?

Sì, tutti tutti. Adesso ti spiego 🙂

Tutti nasciamo con una attitudine musicale, ovvero con la capacità potenziale di apprendere la musica.
L’attitdine musicale è stata definita proprio così da E. Gordon, che l’ha descritta nella sua MLT (Music Learning Theory).

Quindi:

tutti abbiamo alla nascita una attitudine musicale 👍🏻,

ovvero una capacità che ci può permettere di apprendere la musica, così come nasciamo con la capacità potenziale di imparare a camminare, parlare e tutto quello che poi potremmo imparare, se abbiamo la possibilità per svilupparlo.
Si tratta una possibilità interiore, diversa da quello che possiamo chiamare rendimento, ovvero ciò che siamo in grado di esprimere e dimostrare dopo averlo appreso.
Un esempio di rendimento musicale sono i concerti: chi sta suonando o cantando su un palco sta dimostrando quello che è in grado di fare.
Un bambino che ascolta da sotto il palco, invece, sta stimolando e dando spazio alla sua attitudine musicale, mentre canta sulla canzone o balla.

Devi quindi ricordare che l’attitudine musicale è innata, ce l’abbiamo tutti, anche tu.

Ma ne abbiamo tutti la stessa “quantità”?

No, come per tutte le abilità umane, non tutti nasciamo con la stessa “quantità” di attitudine musicale.
E faccio questo parallelismo con le altre abilità perché abbiamo sempre sotto gli occhi il fatto che ciascuno di noi e ciascun bambino è guidato da interessi diversi e ha talenti (questa è una parola che non mi piace ma che rende l’idea) diversi:
qualche bambino è molto portato ad affinare il movimento, altri non farebbero altro che disegnare, c’è chi ha una passione enorme per l’acqua e il bagnetto e chi invece passa le giornate a cantare e parlare.

Ciascuno di noi ha quindi una diversa quantità di attitudine musica, che è distribuita nella popolazione secondo questa curva:

Si vede molto bene che alcuni (ma molto pochi) ne hanno pochissima. E va bene così.
Però è altrettanto vero che alcuni (molto pochi anche qui) ne hanno tantissima.
Questo significa che la maggior parte delle persone ne ha da “un po’” a “tanta”, e in tutta questa gamma ce n’è a sufficienza per poter fare musica in modo divertente e soddisfacente per tutta la vita, e questa è una bellissima notizia! 😃

Ma allora, perché tanti adulti pensano di non potersi divertire facendo musica?

Eh, qui c’è una bella interferenza da parte di questa cosa che condiziona tutta la nostra vita e si chiama ambiente, in cui cresciamo o viviamo.
L’ambiente, come di sicuro hai sentito dire migliaia di volte in ogni ambito, è fondamentale per favorire o bloccare lo sviluppo di caratteristiche ma anche di idee o progetti.
Questo vale anche per un bambino e il suo rapporto con la musica:
se il bambino cresce in un ambiente ricco e stimolante dal punto di vista musicale, avrà modo di realizzare appieno la sua attitudine musicale 🙂
Viceversa, un ambiente poco stimolante dal punto di vista musicale non permetterà la sua realizzazione 😕

Se poi si trova in un ambiente davvero sfavorevole in cui la musica non ha quasi nessun ruolo, non viene ascoltata nè vissuta come attività interessante, l’attitudine musicale verrà schiacciata e non si realizzerà proprio. Questo bimbo, purtroppo, difficilmente avrà la possibilità di realizzare questo suo potenziale, ed è un gran peccato… 😞

E da grandi si può recuperare qualcosa?

Sì, certo, ma è più difficile.
Un po’ come imparare ad andare in bicicletta: se lo impari da bambino diventa una cosa naturale e ricorderai come si fa anche se non tocchi una bici per anni. Ma se impari da adulto è davvero un apprndimento complicato…

Lo stesso vale per la realizzazione del potenziale musicale.
Si fa anche più avanti, e te lo posso confermare perché ci sono alcuni aspetti della mia musicalità che io ho sviluppato molto dopo il Diploma in Conservatorio, però è più complesso perché la persona inizia ad essere sempre più strutturata e si cristallizza in molti atteggiamenti. Anche a livello emotivo, man mano che la persona cresce, si attivano dei comportamenti che possono essere difficili da cambiare, rendendo quindi più complicata l’espressione anche musicale. L’esempio tipico è la paura di fare figuracce davanti agli altri: da bambini questa preoccupazione non ce l’abbiamo, da grandi invece si manifesta, eccome…

Cosa posso fare allora per aiutare il mio bambino a realizzare il più possibile la sua attitudine musicale

Semplice: fai musica con lui! 🎶😃
Canta, balla, ascoltate canzoni, mimate filastrocche… e tutto quello che ti viene in mente! 😉

Non hai idee? Se puoi vieni a Musicantis, oltre ad imparare tantissimo, vedrai i bambini divertirsi e aspettare con gioia il prossimo incontro, perchè l’ambiente che viene costruito è proprio pensato per favorire al massimo il suo sviluppo globale, insieme a quello musicale 🤗

Non puoi venire a Musicantis perché sedi e orari non sono compatibili con i vostri impegni? C’è il mio ebook da poter acquistare e leggere per imparare a costruire un laboratorio musicale completamente fatto in casa. Potrai quindi proporre attività che educano ma che divertono tutti quanti, regalando alla tua famiglia una vita piena di musica 😉

Oppure puoi contattarmi per qualunque domanda, qui o sui social, così che io possa aiutarvi nella crescita musicale di tutta la famiglia. Trovi tutti i riferimenti qui sotto 👇🏼

Allora ti lascio all’esplorazione dell’attitudine musicale, tua e dei tuoi bambini, perché insieme è più bello! 🎶😃

Noi ci risentiamo al prossimo articolo, a presto! 🤗


Giochi musicali e sonori da spiaggia: 6 idee tutte da sperimentare! ☀️🌊

Arriva l’estate, si va al mare e si gioca in spiaggia. Ma possiamo fare anche dei giochi che prevedano la musica e il suono?
Certo, ti lascio qui un po’ di idee divertenti, tutte da sperimentare

Tu e il tuo bimbo o i tuoi bimbi siete abituati a fare musica e a giocare con i suoni quando siete a casa? Allora non la puoi abbandonare in vacanza, anzi ci sono tanti giochi musicali da poter fare in spiaggia per rendere musicale i momenti in riva al mare.
Non siete abituati? E’ l’occasione perfetta per iniziare!
Ecco qui alcune idee con le quali potete sicuramente divertirvi moltissimo! E chissà, magari riuscite anche a fare amicizia con altre famiglie che si lasceranno coinvolgere…

Un momento: dici senza ascoltare canzoni dal telefono o da qualche lettore?

Esatto, le idee che ti sto per dare non prevedono l’utilizzo di smartphone o tablet, per questi motivi.
In spiaggia spesso c’è molta confusione e musica di sottofondo (se vai in zone ben attrezzate è probabile che la filodiffusione raggiunga ogni ombrellone) perciò diventa più interessante fare qualcosa che aiuti l’interazione tra voi e i bambini.
O a volte in spiaggia il telefono non prende, perciò è bene avere delle idee da proporre che non prevedano l’esistenza della tecnologia.
Infine, facciamo in modo di portare l’attenzione nostra e dei bambini sul luogo e sull’ambiente in cui siamo: la maggior parte di noi non vive al mare e, quando ci si trova, fa bene a goderselo anche senza dover per forza usare sempre lo smartphone. 😉

Perciò iniziamo con i nostri…

Giochi musicali e sonori da spiaggia!

Ecco le 6 idee che ho pensato di proporti.
Non sono in ordine di importanza, tutte hanno finalità diverse e obiettivi sia musicali che di sviluppo differenti (e te li indico), ma pensiamo sempre che è vacanza per tutti e non tutto deve per forza avere uno scopo didattico…
Perciò poniamocene solo uno di obiettivo: il divertimento!!

  • 1. Maracas marine
    Che siate in hotel, appartamento o campeggio, sicuramente vi troverete a comprare o usare qualche bottiglietta di plastica o qualche scatolina con coperchio. Non gettatele via ma conservatele e usatele per costruire delle maracas a tema marino, riempiendole con qualche conchiglia, sassolino, sabbia o un mix di questi materiali. Potete anche aggiungerci dell’acqua di mare, se vi va. Dopodiché chiudete i contenitori e suonateli!
    Potete preparare un solo strumento oppure un’intera orchestra da suonare insieme in riva al mare, magari provando a seguire il ritmo delle onde del mare… io la sento già la meraviglia, anche tu vero?
    Con questo gioco stimoliamo: la motricità fine delle dita delle mani, il controllo del movimento di mani e braccia, l’ascolto dei diversi suoni prodotti da diverse maracas.
  • 2. Suonare il mare
    Nelle isole della Polinesia, le popolazioni praticano la water music, ovvero suonano la superficie del mare!
    In pratica colpiscono l’acqua con le mani usandole in diverse posizioni: completamente piatte, a conca, andando in profondità, restando più vicine alla superficie e ogni movimento produce un suono differente. Se non l’hai mai sentito ti invito a cercare dei video su youtube, sono fenomenali.
    Ma allora possiamo farlo anche noi: rimanendo in una zona in cui l’acqua arriva circa a metà gamba, giochiamo a cercare suoni diversi con le nostre mani che si immergono. Individuiamo una sequenza che ci piace e mettiamoci sopra un ritmo e …oplà! la canzone è pronta.
    Con questo gioco stimoliamo: il controllo del movimento di mani e braccia, l’equilibrio mentre si sta in piedi in acqua, la competenza ritmica.
  • 3. Saltare sull’onda… di una canzone!
    Uno dei giochi che ricordo di aver fatto tantissimo da bambina era aspettare un’onda e saltare quando mi attraversava, cercando di non farmi travolgere. La sai una cosa? Possiamo rendere questo gioco musicale!
    Mentre canti una canzone che ti piace, aspetta le onde e cerca di saltare in un punto preciso del testo, ad esempio la fine di una frase. Cerca di far sì che quel punto della canzone combaci con l’arrivo dell’onda e quindi con il salto.
    Se siete vicini a riva o i bambini sono più grandicelli, possono saltare da soli, altrimenti prendili in braccio e divertitevi!
    Con questo gioco stimoliamo: la competenza melodica, l’apprendimento della struttura musicale, la capacità di sincronizzarsi ad una canzone.
  • 4. Batteria da spiaggia
    Sono sicura che avete a disposizione una serie di attrezzi per scavare, costruire, filtrare, raccogliere qualunque cosa in spiaggia.
    Perfetto: disponete tutto come se fosse la batteria di un grosso complesso rock e, con le palette, suonate a ritmo facendo attenzione ai suoni diversi che ogni secchiello o formina produce. Cantateci sopra anche una canzone, così il concerto rock diventerà ancora più realistico e coinvolgente!
    Con questo gioco stimoliamo: la motricità grossolana e fine, le abilità visuo-spaziali, la competenza ritmica.
  • 5. Scacciapensieri marino
    Un’altra cosa che si può costruire con il materiale raccolto in spiaggia è o scacciapensieri: ad un legnetto, legate con un filo (con delle alghe sarebbe il massimo…) delle conchiglie e altri legnetti sempre raccolti in spiaggia, facendo in modo che siano abbastanza vicini da colpirsi a vicenda quando vengono toccati o mossi dal vento. Potete poi appendere lo scacciapensieri alla porta del vostro alloggio o all’ombrellone, così che il suo suono vi possa cullare mentre siete stesi a riposare.
    Con questo gioco stimoliamo: la creatività nella scelta del materiale, l’ascolto
  • 6. Ascoltare il luogo in cui ci troviamo
    Questo l’ho lasciato per ultimo, ma in realtà forse è il più importante: se cambiamo ambiente, cambiano anche i suoni di sottofondo. Questi suoni sono importanti, perché creano l’ambiente in cui viviamo e ci muoviamo.
    Quando siamo a casa non li notiamo: ci siamo abituati e danno un grosso supporto alla nostra tranqullità.
    Quando siamo in vacanza, sono molto diversi e se ci prendiamo il tempo di ascoltarli e conoscerli possiamo scoprire molto del posto in cui ci troviamo.
    E’ facilissimo da fare: mentre passeggiate o siete seduti da qualche parte, presta attenzione a quello che senti e poi attira l’attenzione dei bambini su quello che il tuo orecchio ha captato. “Hai sentito le cicale?”, “Ascolta l’onda che si infrange sullo scoglio!” oppure ancora “senti come suona forte il vento oggi?”
    Piano piano i bambini inizieranno ad ascoltare meglio il paesaggio sonoro e ad attirare la vostra attenzione su quello che hanno sentito, e il gioco diventerà super interattivo!
    Con questo gioco stimoliamo: concentrazione, ascolto, relazione.

Che ne dici di queste idee? Io le trovo tutte stimolanti e, in realtà, quasi tutte possono essere svolte anche in situazioni diverse dalla spiaggia
Sono curiosa di sapere se proverai qualcuna di queste attività e se magari riesci a trovare qualche variante che possa funzionare ancora meglio!

Nel frattempo, ti invito a seguirmi perché tra un po’ uscirà il libro 101 attività musicali da giocare con bambini da 0 a 6 anni, e lì troverai una miniera di consigli e giochi musicali, che favoriranno la crescita del tuo bimbo da ogni punto di vista.
Ah, questi marini non sono inclusi, dici che dovrei fare un’edizione speciale per l’estate?

Oppure, se sei impaziente di sapere come creare dei momenti musicali in casa, c’è il mio ebook, lo trovi al link qui sotto!

Fammi sapere nei commenti se questi giochi ti sono state utili,
noi ci risentiamo al prossimo articolo, a presto!


Attività musicali da fare con un neonato? Eccone 3 che rinforzano il vostro legame 🥰

Quali attività musicali si possono proporre ad un neonato? Ce ne sono diverse, in questo articolo te ne spiego 3 che si possono fare fin dal momento in cui nasce

La musica è un veicolo potentissimo per entrare in sintonia con gli altri.
Lo diventa ancora di più quando con l’altra persona non possiamo usare il linguaggio, come accade con un neonato.
Il bebè non risponde alle tue parole e non comprende il significato delle tue frasi, ma sa benissimo come stai e le emozioni che provi, perché le sente nella tua voce.
Se poi per comunicare con il bebè usi la voce cantata al posto di quella parlata, questa comunicazione diventa ancora più profonda e autentica.

Quindi devo cantare?

Sì, hai capito bene, devi cantare…
ma si può cantare in modi diversi che instaurano una relazione diversa, perciò ecco le…

3 attività musicali che rinforzano il legame con il bebè, attraverso il canto

“Ma se è sempre canto, che differenza ci può essere tra queste tre attività?” mi chiederai tu.
La domanda è lecita, ci mancherebbe.

In tutte e tre queste proposte ci sono al centro il canto e la tua voce, ma la grande differenza si trova nell’intenzionalità e in quello che vuoi comunicare in quel momento.
Perciò iniziamo!

  1. Ninna nanna

    Sì lo so, si sente parlare di ninna nanna dappertutto, ma c’è un motivo se è così.
    E’ una tipologia di canto talmente radicata in tutte le culture umane, da essere diventata una modalità di interazione con neonato praticamente naturale.
    E’ molto semplice: scegli una canzone, che può essere una ninna nanna tradizionale o semplicemente una canzone che piace a te. Cantala a bassa voce, seguendo il tuo respiro e non necessariamente il ritmo musicale. Aiuterai il tuo piccolo a rilassarsi e lo accompagnerai dolcemente verso il sonno.
    Ricorda: la ninna nanna non serve solo al piccolo ma anche a chi la canta, deve aiutare entrambi. Perciò, se tu non ti rilassi con quel canto, cambialo oppure renderai nervoso anche il bebè.
    In ogni caso, io consiglio di avere un bel repertorio di ninne nanne, perché non tutte le sere sono uguali e non sempre la ninna nanna lenta è ideale per iniziare a rilassarsi, a volte bisogno partire con qualcosa di più ritmato e poi, piano piano, rallentare.

    Se non hai idea di cosa cantare o sei troppo stanca o stanco, puoi anche farti aiutare da qualche registrazione, come le ninne nanne che trovi qui sotto
    Ricorda però che la tua voce è imbattibile nel cullare il bebè, nessuna registrazione o base potrà mai eguagliarla.

    Non preoccuparti se non tutte le note sono perfette o se c’è qualche stonatura, l’unica cosa che conta è l’amore che la tua voce comunica durante questa coccola.
    E se non ricordi le parole, va bene lo stesso: puoi sempre sostituirle con una sillaba a tuo piacere, puoi cantare semplicemente “mmm” o puoi reinventare il testo come più ti piace, rendendola unica e solo vostra.

    E quando il bambino cresce?
    Continua a cantare, se te lo chiede e se gli fa piacere.
    Non esiste un momento in cui si è troppo grandi per ricevere in dono una ninna nanna, e non è mai troppo tardi per donarla con la tua voce

  2. Cantare guardandosi negli occhi

    A volte ci si domanda: ma con un neonato, che cosa faccio tutto il giorno?
    Una buona risposta è la seguente: puoi cantare per il bebè mentre lo guardi negli occhi.
    E’ molto semplice e si può fare da subito:
    appoggia il neonato sul letto accanto a te o, se già ci può stare, nella sdraietta o su un cuscino. Il tummy time sulla pancia della mamma o del papà può rappresentare una bella occasione, oppure tienilo semplicemente in braccio.
    A questo punto cerca il contatto visivo con il piccolo e canta per lui o lei.

    Non importa se è una canzone vera e propria, se cambi le parole a una melodia che conosci o se la inventi al momento, la cosa importante è instaurare un legame attraverso lo sguardo.
    Se il piccolo gira la testa, non forzare il contatto visivo: potrebbe essere stanco o aver voglia di cambiare attività e la sua richiesta va rispettata.

    Però potrebbe sorprenderti: a pochi mesi potrebbe già iniziare a vocalizzare mentre tu canti per lui o lei e, a quel punto, il vostro sarà un duetto, in cui ci si parla cantando.
    Lo vedo succedere regolarmente a Musicantis: bambini di pochi mesi che, non appena tutti iniziamo a cantare in coro, cominciano a vocalizzare per far parte anche loro della musica. Provaci, sarà una magnifica sorpresa.

  3. Canto il tuo nome

    Tutti noi conosciamo una parola potentissima, una parola che ci guida e ci identifica, ci dice chi siamo e da dove veniamo:
    il nostro nome.
    Qualcuno di noi lo adora e non sopporta che venga cambiato o storpiato, qualcun altro invece non lo ama per nulla e fa in modo che venga usato il meno possibile.
    In ogni caso, quando siamo piccolissimi e il nostro nome viene pronunciato da chi ci vuole bene, impariamo presto a capire che quella persona si sta rivolgendo a noi, a riconoscerne il suono e a rispondere.

    Ecco perché la cosa si fa ancora più interessante se il nome viene cantato: quella parola che tanto attira il bebè diventa anche musica, ne resta rapito. Il suo nome non resta solo un richiamo, diventa un canto che lo fa stare bene.

    Prendi perciò una melodia qualsiasi, o una sequenza di note inventata da te e, come testo, mettici solo il nome del tuo bimbo o della tua bimba. Canta il suo nome, in più modi e con diverse intonazioni, più velocemente o più lentamente, ma canta il suo nome.
    Se il bebè è d’accordo, mantieni anche il contatto visivo, altrimenti no, ma non smettere di cantare e avvolgilo nella sonorità di questa parola così potente.
    Questa attività stringe moltissimo il legame adulto-bebè e può essere praticata per molti anni e rimanere motivo di vicinanza in famiglia, anche quando il bambino sarà già cresciuto.

Io tutte queste attività le ho provate con i miei bambini e, ti posso garantire, l’espressione del loro volto e la loro voglia di comunicare non li dimenticherò mai. E il nostro legame si è consolidato al punto che, anche adesso che sono cresciutelli, chiedono ancora di cantare per loro.
Vedrai che momento magico puoi creare…

Se poi vuoi saperne di più, ti invito a seguirmi perché tra un po’ uscirà il libro 101 attività musicali da giocare con bambini da 0 a 6 anni, e lì troverai una mimiera di consigli e giochi musicali, che favoriranno la crescita del tuo bimbo da ogni punto di vista.

Oppure c’è il mio ebook, lo trovi al link qui sotto!

Fammi sapere nei commenti se queste attività ti sono state utili,
noi ci risentiamo al prossimo articolo, a presto!


Cantare per il bebè è importante fin da prima della nascita 🎶❤️

In questo articolo ti darò un consiglio semplice ed efficace per sostenere e rinforza il legame tra mamma in attesa e il bebè che nascerà, solo usando la tua voce. Leggi di più qui sotto! 😉

La musica si sa, è un veicolo potentissimo per entrare in contatto con noi stesse, il nostro vissuto e le nostre emozioni.
Ma un conto è sentirlo dire, un conto è provarlo su di noi e ancora di più in una fase così densa di cambiamento com’è la gravidanza.
La gravidanza infatti è un periodo particolarissimo, che comporta tantissimi cambiamenti nel corpo e nello stato d’animo, porta con sé entusiasmo e gioia, ma anche dubbi, domande e paure.
Il bello è che tutte queste emozioni e stati d’animo possono essere accolti proprio grazie al potere (direi magico…) della musica e trovare una collocazione, soprattutto in merito alla connessione con il bebè in arrivo.

Ma davvero mi riconosce? Dalla voce?

Ti hanno mai raccontato di come alcune mamme si stupiscano quando il neonato si calma mentre ascolta una musica che la mamma ascoltava in gravidanza?
Di come giri la testa verso la mamma quando sente la sua voce?

Tutto questo inizia molto molto prima, inizia durante il periodo in cui il bebè è in pancia e, se coltivato, porterà proprio a queste risposte del piccolo, così intense verso la voce della mamma.

Per accompagnarti in questo percorso, voglio darti un suggerimento pratico, che funziona immediatamente ed è semplicissimo da fare da sola. Se segui il mio consiglio e lo fai, avrai in mano uno strumento di relazione con il bebè potentissimo, quando sarà nato.

Una teoria bellissima, forse una delle mie preferite

Quello che ti propongo si basa su una delle teorie che cerca di spiegare come sia nato il canto (non si sa perché l’uomo canti, ci sono diverse teorie e questa è quella che mi piace di più), ovvero:

man mano che homo sapiens si evolveva, perdeva sempre più il pelo che rivestiva il suo corpo. Questo fatto dava evidenti vantaggi ambientali e di sopravvivenza, altrimenti non sarebbe successo, però creava un problema ai cuccioli, che non potevano più aggrapparsi al pelo della madre.
La femmina doveva quindi tenere i piccoli in braccio quando usciva dal suo rifugio, ma non aveva più le mani libere per raccogliere bacche e cibo. Come fare?
La soluzione era appoggiare il piccolo a terra ma, perdendo il contatto con la madre, lui iniziava a piangere, rischiando di mettere in pericolo la madre perché con il pianto gli eventuali predatori l’avrebbero sentito. Allora la madre, per calmarlo, gli parlava e soprattutto vocalizzava, usando quindi il canto e la sua voce come forma di accudimento a distanza in mancanza di contatto diretto con il piccolo.

Non è meraviglioso? La voce diventa una carezza a distanza, e permette al piccolo di sentire la vicinanza della madre nei momenti in cui lei non può toccarlo, ed è meraviglioso che qualcuno abbia indicato l’origine del canto non come imitazione della natura ma come ricerca di una modalità per prendersi cura dei piccoli a distanza.

E adesso… al lavoro!

Ecco quindi l’attività da mettere in pratica subito.

Scegli un piccolo brano che ti piace, o inventane uno se te la senti, poi cantalo al bebè più e più volte al giorno, ogni giorno.
E’ sufficiente un canto breve, non deve avere caratteristiche particolari se non il fatto di piacerti e farti stare bene. Ma va ripetuto moltissime volte ora che il bebè deve ancora nascere, per permettere a entrambi di prendere confidenza con questa melodia e fare in modo che il piccolo lo conosca bene.
Fai in modo che cantare questo brano diventi un’abitudine e che lo resti anche dopo la nascita. Questo farà sì che, quando avrai necessità di fare qualcosa e non potrai tenere il piccolo in braccio, potrai cantare questo piccolo frammento e il tuo bebè riceverà la carezza a distanza di cui ti ho parlato prima.

Quindi, se aspetti un bimbo, cosa puoi fare per avere tutti i benefici che la musica ti può dare?

La risposta più semplice è: canta! 😄
Canta più che puoi, soprattutto canti e ninne nanne che pensi di usare dopo il parto.

Ma ci sono tanti altri piccoli meccanismi che puoi innescare con l’uso della tua voce e della musica in gravidanza e, ovviamente, più ne sai più la musica riuscirà ad essere strumento di relazione con il bambino che presto stringerai tra le tue braccia.
Questi strumenti potrai trovarli tutti in MamaNane, il percorso che ho ideato appositamente per la gravidanza. Ed è un percorso online che puoi guardare tranquillamente dal tuo salotto, senza doverti spostare 🙂.

L’obiettivo di MamaNane è proprio quello di rendere ancora più speciale il rapporto con il tuo piccolo dopo che sarà nato, e perché no, anche di semplificarti la vita visto che diventare mamma è meraviglioso ma non sempre così semplice e scontato… 😉 ecco perché ho basato MamaNane su principi di musicoterapia super studiati e applicati in questo ambito e su studi come quello che puoi leggere a quest’altro articolo.

In ogni caso, tu canta, canta e ancora canta per il tuo pancione e, se ne vuoi sapere di più, ti aspetto a MamaNane

Fammi anche sapere se questo piccolo ma potente consiglio ti è stato utile!
Ci vediamo su MamaNane, il viaggio musicale e sonoro che unisce te e il tuo bimbo fin da prima che nasca

A presto!

logo MamaNane

Qui puoi scoprire di più su MamaNane, il percorso musicale e sonoro per mamme in attesa, per coccolarsi e creare fin da subito un legame empatico indissolubile col bimbo in arrivo.

Il corso è in preparazione, ma possiamo fissare insieme una consulenza individuale, così avrai tutti gli strumenti per costruire da subito un legame inscindibile con il tuo bambino, grazie alla musica ❤️

Ti aspetto qui!⭐


Cantare ninne nanne in gravidanza dà benefici al neonato? Sì, e abbiamo le prove 😉

I risultati di uno studio lo dimostrano:
se canti per il tuo bebè mentre è nella tua pancia, dopo la nascita ci saranno molti benefici, per il nuovo arrivato ma anche per la mamma 👍🏽

Che la musica inizi a far parte del nostro mondo quando ancora ci stiamo preparando a nascere, ormai si sa (anche se non si ripete mai a sufficienza…)

Spesso si sente anche dire che questi effetti sulla vita prenatale saranno visibili dopo la nascita, e influenzeranno il comportamento del neonato, lo stress materno e l’attaccamento tra mamma e bambino.
Lo dico sempre anch’io, ma questa volta porto le prove 😉

E quali sono le prove?

Bè, sono dei numeri, che nonostante siano freddi e impersonali, ci danno una stima reale del fatto che tu possa davvero fidarti di una certa pratica perché funziona, e non ti debba affidare solo credendoci.
Li trovi scritti a questo link, è un articolo su PubMed, una delle riviste mediche online più importanti al mondo 🙂.

Parliamo allora di questo studio, in cui due gruppi di mamme hanno seguito due comportamenti differenti:

  • primo gruppo: 83 mamme, cantavano ninne nanne frequentemente
  • secondo gruppo: 85 mamme, invece, cantavano ninne nanne raramente.

Le mamme hanno partecipato a questo programma dalla 24 settimana di gravidanza fino al 3° mese di vita dei neonati.
È stato uno studio lungo, è durato due anni, altrimenti non sarebbe stato possibile seguire tutte queste mamme.

Cosa hanno trovato i ricercatori?

I ricercatori si sono resi conto di un sacco di cose.
Iniziamo dagli effetti sui bambini.

Una volta nati, i bambini del primo gruppo

  • si calmavano più facilmente,
  • avevano meno coliche
  • e dormivano meglio.

Ma non solo:
il bonding, ovvero l’attaccamento tra mamma e bambino era nettamente più forte nel gruppo che aveva tanto cantato.
La spiegazione sta nel fatto che la ninna nanna non è a senso unico, ma crea la situazione ideale per per uno scambio bidirezionale tra i due:
detto molto semplicemente, mentre la mamma comunica al bambino cantando, il bebè risponde e dà segnali che riguardano il suo stato d’animo e il suo benessere. Si verifica quindi uno scambio, che accresce la forza del legame tra i due.

Inoltre, la voce è uno strumento di relazione fondamentale in ambito neonatale:
arriva al piccolo in stereofonia, durante la gravidanza il bebè sente la voce della sua mamma attraverso le orecchie ma anche su tutto il corpo, come se fosse un massaggio.
La voce materna lascia quindi un’impronta su tutto il corpo, ancora prima della nascita.

Ma anche le mamme hanno ricevuto una serie di benefici!

Le mamme che avevano utilizzato di più questo ‘strumento’ (eh sì, le ninne nanne e le musiche in generale possono essere dei veri e propri strumenti) erano meno stressate, perché la ninna nanna ha un effetto liberatorio anche sulla mamma.
Non dimentichiamoci che le ninne nanne tradizionali, tipo “Ninna nanna ninna oh, questo bimbo a chi lo do…lo darò all’uomo nero che lo tiene un anno intero” (ma ci sono esempi simili in tutto il mondo, potrei farti la lista…), permettono alla mamma di sfogare la sua stanchezza usando il significato delle parole, mentre il piccolo si calma grazie a ritmo e melodia e non comprende il testo.

È interessante notare che le mamme del primo gruppo di questo studio abbiano cantato la ninna nanna preferita anche durante il travaglio, per calmarsi e accompagnare il bambino.

Quindi, se aspetti un bimbo, cosa puoi fare per avere anche tu questi benefici?

La risposta è chiara: canta! 😄
Canta più che puoi, soprattutto canti e ninne nanne che pensi di usare dopo il parto.

Ma è utile conoscere anche tanti altri piccoli meccanismi che puoi innescare con l’uso della tua voce e della musica in gravidanza, come è utile conoscere meglio e avere tante informazioni su come funziona la tua voce nella comunicazione con il tuo bebè.
E più conoscenze hai, più la musica riuscirà ad essere strumento di relazione con il bambino che presto stringerai tra le tue braccia.
Questi strumenti potrai trovarli tutti in MamaNane, il percorso che ho ideato appositamente per la gravidanza.

L’obiettivo di MamaNane è proprio quello di rendere ancora più speciale il rapporto con il tuo piccolo dopo che sarà nato, e perché no, anche di semplificarti la vita visto che diventare mamma è meraviglioso ma non sempre così semplice e scontato… 😉 ecco perché ho basato MamaNane su studi come questo e su principi di musicoterapia super studiati e applicati in questo ambito.

logo MamaNane

Qui puoi scoprire di più su MamaNane, il percorso musicale e sonoro per mamme in attesa, per coccolarsi e creare fin da subito un legame empatico indissolubile col bimbo in arrivo.

Il corso è in preparazione, ma possiamo fissare insieme una consulenza individuale, così avrai tutti gli strumenti per costruire da subito un legame inscindibile con il tuo bambino, grazie alla musica ❤️

Ti aspetto qui!⭐

Per concludere…

Lo studio di cui ti ho raccontato in questo post è una testimonianza di quanto cantare le ninne nanne sia efficace in gravidanza e di quanto possa davvero incidere nella vita postnatale, se fatto con regolarità e costanza.

Per quanto riguarda le ninne nanne, i meccanismi sonori che danno loro questo potere sono svariati e non è del tutto noto perché gli esseri umani le preferiscano ad altri tipi di canzone per calmarsi (sì, le ninne nanne calmano anche i grandi…).
Sono coinvolti sicuramente il ritmo cullante e la struttura della melodia, che nelle ninne nanne è molto semplice e copre una distanza tra i suoni molto ridotta, perlomeno in quelle tradizionali.

Però grazie a questo studio abbiamo la prova che il canto della ninna nanna può effettivamente aiutare i neonati, migliorando la vita quotidiana del bambino e di chi se ne prende cura ❤️.

Perciò canta, canta e ancora canta per il tuo pancione e, se ne vuoi sapere di più ti aspetto a MamaNane

Note felici e a presto!⭐

I primi 1000 giorni di vita: ancora più importanti grazie alla musica

Nasciamo pronti per fare musica, tutti, fin da subito.
Ecco perché è importante iniziare fin da neonati e non lasciar passare i primi 1000 giorni di vita, i più importanti nello sviluppo del bambino.

Hai mai sentito o letto che i primi 1000 giorni di vita di un bimbo sono fondamentali?
Ti confido un segreto: la musica può renderli ancora più importanti. Adesso mi spiego meglio.

Una delle frasi che mi sento dire più spesso dai genitori, la prima volta che ci incontriamo, è:
“al mio bimbo la musica piace tantissimo, non appena la sente inizia a muoversi e a ridere”
Vale anche per bimbi piccolissimi (intendo di poche settimane), che dimostrano benessere e felicità quando si canta per loro una piccola canzone o una filastrocca.

Ed è proprio così: anche i bambini più piccoli reagiscono positivamente alla musica.
Non appena sentono le prime note, iniziano a dondolare il busto, ondeggiano e i sorrisi illuminano il loro viso.
Questo è il potere della musica: è un linguaggio che tutti noi siamo in grado di recepire, ce l’abbiamo scritto nel DNA.

E la prima infanzia è il momento migliore per usare la musica come “potenziamento” nella stimolazione delle capacità del bimbo.

Spesso si sente dire o si legge in giro che i primi 1000 giorni di vita di un bimbo sono quelli che mettono le basi per la persona che diventerà da grande, perché le esperienze precoci incidono enormemente su come si organizza il cervello e sul suo funzionamento:
ciò che succede in questo primo periodo di vita ha un’influenza sul futuro del bambino.

Infatti, in questi primi mesi, il cervello è super sensibile agli effetti dell’ambiente. E’ l’unico organo del corpo umano che si trasforma non solo in termini quantitativi (ovvero cresce di dimensioni) ma anche dal punto di vista strutturale, perché è un organo plastico. L’ambiente ha un ruolo importante nel modificare la struttura del cervello, grazie alle esperienze che il bambino vive quotidianamente.

Per farti capire meglio cosa significa modificare la struttura del cervello attraverso l’ambiente, ti faccio l’esempio di un bambino bilingue, cioè che magari vive in Italia ma ha la mamma francese (la quale gli parla in francese) e viene esposto quindi a due differenti lingue:
le connessioni che si formano nel suo cervello contribuiranno a creare una struttura completamente diversa da quella del cervello di un bimbo che invece sperimenta una sola lingua.

Lo stesso accade per un bimbo immerso in un ambiente musicale ricco e vario:
il suo cervello avrà una struttura differente da quello di un bimbo che non ha la fortuna di venire circondato dalla musica, e sul lungo termine le differenze emergeranno.
Il bimbo che fin da subito viene stimolato musicalmente svilupperà più connessioni cerebrali, avrà molte più competenze cognitive ed emozionali e potrà attingere a delle risorse personali che altrimenti saranno inaccessibili, o raggiungibili con molta più fatica.
Diventa quindi fondamentale creare un ambiente stimolante e positivo intorno al bimbo, già da molto prima della nascita.

Ecco perché abbiamo deciso di scrivere MamaNane e i programmi Musicantis. L’obiettivo è proprio favorire, grazie al potere della musica, lo sviluppo del bimbo a 360 gradi fin da prima della nascita.
Ed è un obiettivo è molto ambizioso:
noi vogliamo che i bambini possano crescere in ambienti musicalmente ricchi e stimolanti, e aiutiamo gli adulti a creare questa condizione intorno al bambino.

Con MamaNane ci rivolgiamo alle mamme in attesa:
cerchiamo di mettere la futura mamma in condizione di creare un legame vocale e musicale con il bebè, il quale ricorderà tutto questo quando sarà nato.
E vuoi mettere quanto sia fantastico avere a disposizione degli strumenti musicali per relazionarsi con il bambino, quando magari ogni altro tentativo non funziona più?

Con Musicantis ci rivolgiamo alle famiglie che credono nel potere della musica per crescere divertendosi:
è vero, cantiamo, balliamo e ci muoviamo, ma in realtà festeggiamo la meraviglia di veder crescere i bambini da ogni punto di vista, grazie alla musica.

Ma cosa puoi fare a casa per iniziare a lavorare musicalmente con il tuo bimbo in questi primi 1000 giorni?
Beh, una cosa semplicissima che non viene mai ripetuta abbastanza e viene sempre sottovalutata troppo:
cantare per il bebè, che sia in arrivo o che sia già nato poco cambia, tu canta per il piccolo 😊.

Mentre si trova nella pancia, beneficerà del massaggio sonoro che la voce della mamma gli fa arrivare attraverso il liquido amniotico.
Cosa puoi cantare? Tutto quello che vuoi, ma se sei a corto di idee puoi iniziare a prendere confidenza con Le ninne nanne di Silvia, che saranno utilissime dopo la nascita 😉

Dopo che è nato, il canto sarà veicolo di comunicazione e relazione, fin dal primo giorno.
Canta guardando il tuo bebè negli occhi o magari mentre lo massaggi, così ricorderà la sensazione piacevole della tua voce sulla pelle. Se poi canti le stesse canzoni che gli cantavi quando ancora era nella pancia, il legame sarà ancora più semplice da rafforzare.

E con i bimbi più grandi, che iniziano a muoversi in modo indipendente e a mostrare tratti più spiccati della loro personalità?
Qui ti può aiutare l’articolo sugli stili di apprendimento, che iniziano ad essere evidenti abbastanza presto, se osservi bene il tuo piccolo. Lo trovi qui 😊

Ricorda comunque che ognuno di noi è musicale e abbiamo bisogno di musica come dell’aria che respiriamo, fin da subito.

Noi crediamo che tutti i bambini possano crescere amando la musica e praticandola in modo attivo, se da piccoli vivono delle esperienze adeguate. Crescendo, saranno a loro agio anche esprimendosi attraverso la musica e, soprattutto, avranno ricevuto un bagaglio di stimoli e di esperienze enorme dal punto di vista motorio, di linguaggio, relazionale e addirittura logico-matematico.

Quindi, in sintesi, ti consiglio di cantare, cantare e ancora cantare!

Se poi ne hai voglia, tra MamaNane e Musicantis puoi seguire un percorso davvero completo che ti permette di regalare al tuo bimbo, nei suoi primi 1000 giorni di vita (e anche oltre…), tanta musica, ponendo le basi per uno sviluppo completo e armonioso.
E’ quindi un’opportunità senza pari di veder crescere i bambini divertendosi, e mettendo in loro dei semini musicali che porteranno nel cuore per tutta la vita.
Ed è un viaggio bellissimo che possiamo fare insieme, cosa aspetti a partecipare?

Noi intanto ci risentiamo al prossimo articolo, adesso ci salutiamo… ma presto ci rivediamo! 🤗

Ciascuno impara a modo suo, e lo scopriamo grazie alla musica 😉🎵

… ma tu sai come impara il tuo bambino? Grazie a Musicantis puoi imparare moltissimo sul tuo bimbo

Mentre ieri a Musicantis cantavamo e svolgevamo tutte le nostre attività, osservavo con attenzione i bimbi e, come sempre, mi meravigliavo di quanto fossero diversi i loro modi di “stare” all’interno dell’incontro.
Che, poi, corrispondono al modo di imparare che ciascuno di loro ha.

Ma cosa vuol dire? Ti faccio un esempio

Se curiosi nella nostra sala mentre siamo intenti a cantare, potresti vedere M. fermo immobile a fissarmi, I. che salta ridendo e G. che gattona verso S., per andare ad accarezzarlo.
Contemporaneamente, L. sta guardando fuori dalla finestra mentre D. si fa coccolare tra le braccia della mamma.

Chissà, magari ci puoi riconoscere il tuo bimbo in uno di questi comportamenti…

A me viene sempre in mente quando ho frequentato i laboratori musicali in veste di mamma, insieme a Romeo, il mio bimbo grande.
Romeo correva, correva e ancora correva, io rimanevo insieme al gruppo a seguire tutte le attività, lui invece correva, correva… l’ho scritto che correva?
Sembrava interessato solo al suo movimento ma, dopo qualche incontro, si è seduto vicino a me e ha partecipato attivamente a tutte le proposte, mostrando di conoscerle perfettamente.
Ma come è possibile, dirai, non aveva passato il tempo a correre?
Sì, lui aveva passato i primi incontri a correre, e io ero molto frustrata da questo, perché faticavo a trattenermi dal richiamarlo e riportarlo alle attività che stavamo svolgendo, ma ero già musicoterapeuta e mi mordevo la lingua:
non lo richiamavo perché sapevo che lui stava mettendo in atto il suo stile di apprendimento (da mamme è più difficile non intervenire, non credere che non lo sappia…)

Ma cosa sono gli stili di apprendimento?

Gli stili di apprendimento sono semplicemente i diversi modi in cui apprendiamo, elaboriamo e conserviamo le informazioni attraverso i sensi. E tra i sensi includiamo anche il movimento.

Howard Gardner, che sviluppò la Teoria delle Intelligenze Multiple, capì che i bambini imparano usando una combinazione di tutti i sensi, ma che di solito ogni bimbo ne preferisce uno. Vuol dire che il bambino riesce a entrare in sintonia con un’esperienza e a imparare meglio se usa quel “canale” sensoriale.

Quali sono gli stili di apprendimento?

Gli stili di apprendimento che vediamo in atto durante Musicantis sono fondamentalmente tre:

  • Visuale: imparo attraverso la vista, osservo;
  • Uditivo: imparo attraverso l’udito, ascolto;
  • Cinestesico: imparo facendo e muovendomi.

Ovviamente impariamo anche attraverso il tatto, l’olfattivo e il gusto (i bambini spesso e volentieri hanno bisogno di “assaggiare” il mondo per conoscerlo), ma durante Musicantis sono meno evidenti.
Ti lascio qualche esempio per poter capire qual è il canale che il tuo bimbo preferisce.
Se partecipi a Musicantis puoi vederlo chiaramente durante le attività musicali, ma con un po’ di osservazione puoi capirlo anche durante le vostre attività quotidiane.

Bambino che usa la modalità visiva, ovvero che impara meglio se osserva attentamente

Cosa fa il bimbo durante Musicantis:
fissa la bocca dei genitori o dell’insegnante durante il canto
segue con la testa o con il corpo il movimento che viene proposto, senza smettere di osservarlo
guarda gli altri bambini e magari si avvicina a loro per vedere meglio cosa fanno

🤔 Sembrerebbe:
non partecipativo, non coinvolto, non interessato ad interagire.

Come supportare il suo apprendimento:
muoviti in modo ritmico mentre canti, assecondando con il movimento lo stile del brano
mostra chiaramente i movimenti di tutto il corpo
esagera le espressioni facciali mentre canti
Lasciati guardare e sii il suo esempio da osservare

Evita di:
cercare di coinvolgerlo nel canto o nel movimento, l’unico risultato che potresti ottenere è quello di interrompere la sua concentrazione e ostacolare il suo apprendimento.

Bambino che usa la modalità uditiva, ovvero che impara meglio se ascolta attentamente

Cosa fa il bimbo durante Musicantis:
si guarda intorno, sembra interessato ad osservare altro rispetto all’attività
Potrebbe cantare e giocare con la voce, godendosi il suono che sente uscire.
Fuori dall’incontro, il bambino potrebbe dire al genitore: “Non cantare!” mentre sta ascoltando una musica registrata, perché si sente confuso se sente due voci che cantano contemporaneamente.

🤔 Sembrerebbe:
distratto, disinteressato all’attività musicale, timido.

Come supportare il suo apprendimento:
ripeti piccole sequenze di note vicino a un orecchio e poi all’altro
fai in modo che il beat sia sempre ben udibile quando lavori ritmicamente
fai pause lunghe e ben definite quando canti.

Evita di:
insistere per coinvolgerlo, cercare il contatto visivo o chiedergli di suonare e muoversi quando lo vedi assorto: sta ascoltando profondamente, non devi disturbarlo ma devi lasciarlo ascoltare.

Bambino che usa la modalità cinestesica, ovvero che impara meglio se si muove con tutto il corpo

Cosa fa il bimbo durante Musicantis:
si muove per tutta la stanza per la maggior parte del tempo
Sta spesso in piedi, salta, oppure si fa cullare e chiede al genitore di muoversi con lui, indipendentemente da quello che fanno gli altri
In altri casi, potrebbe invece allontanare il genitore e non volerlo vicino.

🤔 Sembrerebbe:
fuori focus, turbolento, un po’ disturbatore o troppo attivo per partecipare a Musicantis.

Come supportare il suo apprendimento:
finché è al sicuro, lascia che il tuo bambino sia libero di sperimentare e rispondere alla musica con tutto il suo corpo
Crea opportunità di movimento e fagli ascoltare spesso le musiche, in modo che prenda confidenza con il materiale musicale e possa poi attuare altri stili di apprendimento (lo farà solo quando avrà abbastanza familiarità con le canzoni).

Evita di:
chiedere al bimbo di stare seduto o fermo, lui sta ascoltando ma ha bisogno di farlo attraverso il movimento.
Se sta fermo, deve usare le sue energie per frenare il corpo, e non ascolterà.

Tornando a Romeo, quindi, possiamo dire che lui è un bambino cinestesico (lo è tuttora che sono passati molti anni), ma dobbiamo tenere presente una cosa: come dice Gardner, i bambini non sono monosensoriali.
Hanno bisogno di una dieta sensoriale equilibrata.

Ecco perché a Musicantis le attività sono pensate per offrire opportunità di apprendimento multisensoriale, dando quindi stimoli visivi, uditivi e cinestesici.
In questo modo il tuo bambino viene coinvolto in attività che sostengono il suo stile di apprendimento, ma può vivere un’esperienza sensoriale completa, e tutto questo insieme a te!
In più, il fatto di avere a disposizione le canzoni da ascoltare quando e come volete, permette al tuo bimbo di prendere confidenza con il materiale musicale e di sperimentarlo anche attraverso altri sensi e altre modalità non appena sarà pronto, portando quindi ad una stimolazione più profonda.

Per me, capire come Romeo impara, è stato un momento importante, perché mi ha permesso di conoscerlo più a fondo e mi permette di aiutarlo ancora di più, soprattutto adesso che va a scuola.
Capire la sua modalità di apprendimento mi ha permesso di godermi di più molti momenti insieme a lui, momenti che altrimenti sarebbero stati più faticosi e frustranti per me e per lui, e ha fatto sì che non diventassi una madre “stressante” che chiedeva qualcosa che per lui era troppo difficile da gestire. E non sto parlando solo del laboratorio musicale al quale partecipavamo insieme, ma anche di tutte le altre occasioni di vita: feste, gite, impegni e anche la scuola!

Quello che puoi imparare sul tuo bimbo quando siete a Musicantis diventa quindi un aiuto nella quotidianità di genitore, facendo diventare tante situazioni più semplici e rilassate, ma anche più divertenti, sia ora che il bimbo è piccolo sia quando crescerà.
Inizi con me questo bellissimo viaggio che ti farà conoscere meglio il tuo bambino?

La vita di ciascuno di noi è scandita dalla musica 🎶❤️

La tua vita è scandita dalla musica, da tanta musica.
Perché non regalare questo tesoro ai tuoi bambini? Leggi fino in fondo 😉

La vita di ciascuno di noi è scandita dalla musica. Da tanta tantissima musica.
Infatti, se provi a ripercorrere le diverse fasi della tua vita, scoprirai che c’è sempre una colonna sonora che accompagna i momenti importanti, ma anche i periodi in cui sembra non accadere nulla.
E vale anche per chi sostiene di essere stonato o di non provare nessun interesse per la cosa.

Se penso alla mia vita, la scopro popolata da una quantità di brani e generi musicali impensabile. A volte mi verrebbe da dire che siano anche troppi 😅.
“Certo, è il tuo lavoro” mi rispondi, ma sono sicura che anche la tua vita musicale non è poi così diversa.

Ti racconto una storia, e poi ti invito a fare un gioco, che farà bene a te e ai piccoli di casa.

La storia che ti racconto è quella di una bambina che si allenava in una piccola squadra di ginnastica artistica e provava gli esercizi al corpo libero. Dapprima la musica su cui volteggiava era tratta da “West Side Story”, poi è diventata “Entre dos aguas” di Paco de Lucia. Entrambe queste musiche le piacevano da morire e si sentiva una farfalla quando le ascoltava, anche se l’esercizio non riusciva bene e si ritrovava a terra…
Quando era a casa aveva a disposizione una gran quantità di cassette (chi di voi ricorda i nastri magnetici? Quelli da riavvolgere con una matita se si inceppavano?) sulle quali erano incise di canzoni provenienti dagli anni ‘60, che lei conosceva tutte a memoria, mentre il papà cantava “Il mio canto libero” di Battisti durante i viaggi in auto e la mamma intonava “Barbera e champagne” di Gaber ogni volta che poteva.

Già cresciuta, iniziò a suonare la chitarra. Non poteva sapere che sarebbe diventata il suo futuro, ma le piaceva e voleva scoprirne i segreti.
Man mano che gli anni passavano imparava accordi, scale, arpeggi. Scopriva la musica sinfonica e la magia dei concerti. Il “Requiem” di Mozart le entrava nel sangue, Bach apriva nuovi mondi, Tchaikovskij le spazzava l’animo.
Molto strano, visto che erano gli anni in cui i Nirvana cambiavano le regole del rock e “Basket case” dei Green Day imperversava, portandola a scoprire quei generi pieni di chitarre distorte che “spaccano le orecchie”, come le dicevano mamma e papà.
Questa ragazzina (ormai bambina non era più) era capace di andare ad ascoltare un pianista a teatro nel pomeriggio e la sera infilarsi in un centro sociale ad ascoltare le band grunge della zona, senza che questo contrasto la turbasse minimamente.
Di sera si appollaiava sul balcone con nelle cuffie “The sound of silence” di Simon and Garfunkel, mentre al mattino musica ska ed elettronica la accompagnavano alla fermata dell’autobus, così si svegliava per bene prima della traduzione di greco…

Passavano gli anni, il Conservatorio gareggiava con l’Università nel prendersi la sua vita, finché la chitarra non vinse sulle stelle.
Suonare musica da camera, duettare con violino, violoncello o voce era la sua più grande passione, per non parlare di quando poi Piazzolla e il tango tradizionale sono entrati nella sua quotidianità.

Ormai parliamo di una donna adulta, che ad un certo punto, dopo una gran numero di concerti e innumerevoli ore passate ad insegnare a suonare (e ad amare) la chitarra ad altrettanti innumerevoli allievi, sceglie la musicoterapia.
Da qui la scoperta della canzone italiana dagli anni ‘20 in poi, per poter assistere gli anziani e rallentare le forme di demenza, e poi lo studio di come i bambini vivono e attraversano la musica, che l’ha portata ad essere qui sulla pagina che stai leggendo.

Perché questa è la personalissima storia in musica di Silvia, la mia, raccontata ovviamente in fretta (come di può descrivere tutta, ma proprio tutta, la musica che attraversa una vita?) ma con tutti i passaggi essenziali.
Tutti questi passaggi voglio regalarli anche ai miei bambini, lo faccio cantando loro tutte le mie canzoni e seminando in loro musiche che un giorno potrebbero diventare anche parte di loro.

E lo faccio a Musicantis, costruendo percorsi musicali che le famiglie imparano a condividere e fanno crescere nelle loro case e nelle loro vite per fare qualcosa che vada molto oltre la musica.
In modo che tutti questi bambini possano crescere in un ambiente stimolante e un giorno possano scrivere la loro storia in musica, che spero sia ricca, varia e piena di belle canzoni.

Però adesso tocca a te, ecco perché ti propongo questo gioco:

ripensa a diversi momenti della tua vita e cerca di risalire alle canzoni che li hanno segnati.
Magari c’era qualche canzone di Ligabue? Oppure per qualche ragione non potevi fare a meno di ascoltare i Beatles dalla mattina alla sera?

Qualunque siano i gruppi o le canzoni, segnale e poi ascoltale con i tuoi bimbi, magari in un momento di gioco in cui vi scatenate a ballare insieme.
Dopo o prima di averle ascoltate, racconta che cosa significa per te quel pezzo, cosa ti fa provare e cosa ti ricorda. Fai sentire ai bimbi che quella musica fa parte della tua vita e regala loro la tua emozione profonda.

Se lo fai, stai regalando loro un pezzo importante e autentico della tua vita e della tua persona, non c’è nulla di più prezioso che tu possa dare a questi cuccioli.
E loro se lo ricorderanno, te lo posso garantire, perché io per prima ricordo la felicità di mio papà che cantava Battisti e lo sguardo emozionato di mia mamma che ricordava quando aveva visto Gaber dal vivo.
E sono ricordi potentissimi, perché mi hanno lasciato dentro qualcosa che per i miei genitori era vitale e profondissimo e non avrebbero saputo spiegarmi con nessuna parola del mondo.

Perciò buon ascolto, buon canto e buona condivisione di parti profonde delle vostre vite, è un grosso regalo che fate a tutta la famiglia. ❤️


Vuoi scoprire come partecipare ai laboratori Musicantis? Ecco qui tutte le informazioni.

Fare musica con i bambini

Piccolo manuale per progettare un laboratorio musicale per bambini

Ho scritto un breve manuale su come creare, gestire e fare un mini laboratorio di divertimento musicale in casa o all’asilo!

Questo piccolo manuale ti guida nel creare un ambiente musicalmente ricco e quali sono i passi per costruire un mini laboratorio musicale fai da te, spiegandoti quali sono le stimolazioni che non possono mancare e come rispettare i bambini nel loro percorso di apprendimento.


I laboratori Musicantis si svolgono presso le sedi di:

Massagno – Lugano

Presso New Style Dance, via Foletti 2,
Massagno – Lugano

📆 il martedì e mercoledì mattina

Per prenotare la tua prova gratuita dei laboratori Musicantis, puoi contattami al seguente numero:

+41.76.2216510 Silvia Maioni - Hoplalay.com

Silvia Maioni

Io sono Silvia, musicoterapeuta con Master conseguito presso l’HMI di Bellinzona e insegnante di musica con più di vent’anni di esperienza, e vi aspetto per vivere insieme a voi questo percorso!


oppure scrivi una mail a:

info@hoplalay.com
Laboratorio GiocaMusica, Silvia che mostra la chitarra ai bambini e li fa giocare